La Marchesa per la scuola e nella scuola
Giulia di Barolo e le sue attività educative (1821-1863)
Nella storia dell’educazione popolare in Piemonte del primo Ottocento, i marchesi Giulia (1786-1864) e Carlo Tancredi Falletti di Barolo (1782-1838), una delle coppie più in vista dell’aristocrazia sabauda, svolsero un ruolo rilevante, sia per l’importanza e il numero delle loro istituzioni sia per la loro attenzione ad esperienze pionieristiche europee. Insieme condivisero percorsi multiformi, all’interno dei quali ognuno dei due perseguiva la propria vocazione. Giulia in particolare guarda all’educazione femminile dei segmenti sociali più deboli: bambine povere, orfane, disabili, ragazze a rischio, carcerate ed ex-carcerate e per loro apre scuole elementari e traccia nuovi percorsi di vita, crea strutture di ospitalità, assistenza e educazione ed elabora programmi di alfabetizzazione, recupero sociale e redenzione. Scuola, catechismo e lavoro sono infatti i cardini su cui fonda il progetto delle sue istituzioni, create a fini caritativi o educativi, dove con modalità e orari differenti in rapporto al contesto e all’età, la giornata di bambine e ragazze era divisa tra preghiera, istruzione e “lavori donneschi”.
Le iniziative educative della Marchesa, legate a un’idea di istruzione popolare e di emancipazione sociale, forniscono un contributo importante al sistema scolastico della capitale sabauda e si inseriscono nel più ampio contesto di fermento e cambiamento che anticipa l’Unità d’Italia.
Le attività di ricerca sono state effettuate a partire dai materiali (libri, giochi e materiali didattici) conservati presso la Fondazione Tancredi di Barolo, attingendo a documenti d’archivio dell’Opera Barolo e a materiali provenienti dagli archivi delle istituzioni del Distretto tutt’ora esistenti, coinvolgendo anche i membri del Comitato Scientifico della Fondazione Tancredi di Barolo, Giorgio Chiosso (professore emerito dell’Università di Torino) e Maria Cristina Morandini (professore ordinario dell’Università di Torino).